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La fusione in oreficeria - Gli ossi di seppia

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di: neo1967
Parole: 346 | Visite totali: 2099

Sono ormai millenni che l'uomo fonde i metalli per dargli forme e proporzioni utili.
In oreficeria il concetto di utilità va sostituito con bellezza o, più precisamente, utilità in supporto alla bellezza.
Per creare, ad esempio, dei fili d'oro, il procedimento non è cambiato molto rispetto ai secoli scorsi: si fonde la lega d'oro e la si cola in staffe preformate.La sbarretta d'oro così ottenuta viene lavorata con un laminatoio che può essere a mano o a motore.
Molto è cambiato, invece, per quanto riguarda la fusione vera e propria.
Fino ai primi decenni del secolo scorso per riprodurre oggetti preziosi, generalmente anelli, si usava l'osso di seppia.
L'osso di seppia, nella sua parte centrale più spessa presenta una consistenza spugnosa finissima e se qualcosa viene spinto dentro questo materiale ne risulta uno stampo molto preciso.
La tecnica era questa: si prendevano due ossi di seppia e li si squadrava con una lima o con un seghetto, a questo punto si prendeva il modello da riprodurre che doveva essere di un materiale abbastanza consistente: ceralacca o piombo andavano benissimo, meno bene il legno che tendeva ad aderire all'osso e complicava le cose. Si spingeva quindi il modello nell'osso fino a metà del suo spessore, si prendeva l'altro osso e lo si spingeva fino a farlo aderire alla sua controparte. Lo stampo, a questo punto, era preso. Si segnava la posizione con delle tacche e si separava il sandwich. Rimaneva così uno stampo molto preciso del nostro modello e bastava creare un canale di colata per poter riprodurre in metallo prezioso l'oggetto.
Questo per i modelli più semplici. Per i modelli più complicati occorrevano varie coppie di ossi per realizzare ciò che, in seguito, veniva assemblato a formare il prezioso.
Si trovavano così nelle fabbriche file di ossi di seppia infilati a coppie tramite un foro ricavato nella parte posteriore.
Ma ormai da decenni l'osso di seppia è sorpassato come metodo per la produzione di repliche, soppiantato dalla microfusione.

Informazioni sull'Autore

Andrea Mandirola recentemente si è diplomato gemmologo IGI (diamante)

collabora con il fratello Giorgio al progetto La Fabbrica del Gioiello

www.lafabbricadelgioiello.com info@lafabbricadelgioiello.com oppure 0131-928330

Fonte: Article-Marketing.it

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