Le piante da appartamento e l’ambiente in cui viviamo
di: emyarticle
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Capita molto frequentemente che le condizioni in cui le nostre piante da appartamento vivono non siano proprio ottimali, poiché l'ambiente in cui viviamo è spesso assai diverso da quello ideale alla vita vegetale, in modo particolare per quanto riguarda l'umidità dell'aria, realizzabile soltanto in serra. E’ necessario tenere presenti le particolari necessità di aria, umidità, luce e del tipo di terreno adatto, variabile da pianta a pianta. Il resto dipende dal buon senso e dall'applicazione di norme elementari che sono note a tutti, dato che raramente possiamo permetterci una serra dove spostare le piante se queste accusano dei problemi.
I luoghi in cui viviamo sono in genere troppo asciutti per le piante, specie quando vi sono impianti di riscaldamento centralizzato; le stufe a cherosene variano di poco l'umidità dell'aria, ma l'opposto si verifica con l'impiego di combustibili solidi o di gas, a meno che non vengano installati degli umidificatori. Il rimedio consiste nel creare un favorevole microclima attorno alle piante e il sistema più semplice per realizzarlo consiste nel mettere il vaso della pianta all'interno di un altro vaso più grande. Riempiamo lo spazio vuoto tra le pareti dei due recipienti con sabbia o torba in modo da tenerle costantemente umide. Siccome l'acqua evapora, la pianta viene ad essere avvolta dal pur tenue vapore che si sviluppa e le sue foglie possono usufruire di un'oasi d’aria umida, anche se tutta l'aria attorno è secca.
Nonostante queste precauzioni vi sono degli ambienti, in un appartamento, che sono proprio inadatti per le piante, come spesso succede nelle vicinanze dei radiatori dei termosifoni perché troppo caldi: altri luoghi sono inadatti perché troppo asciutti. Anche se la temperatura dell’ambiente può sembrare adatta alla pianta, una continua corrente d'aria fredda avrebbe su di essa effetti molto dannosi; la pianta inizierebbe a perdere foglie e probabilmente morirebbe, sicché è bene stare attenti al manifestarsi di tali segnali.
Poi bisogna tener presente che le piante seguono propri cicli naturali che dipendono fondamentalmente dalle variazioni stagionali della temperatura, dell'intensità e della durata dell'illuminazione. È evidente che le piante d'appartamento avvertono meno di queste modificazioni, tuttavia non è raro vedere piante che crescono floride senza però fiorire a causa di un'illuminazione troppo scarsa o troppo violenta. Bisogna dunque considerarne l’ubicazione nella casa: in primavera, la stagione di maggiore attività vegetativa, le piante aumentano le proprie richieste di tutto ciò che necessita loro per l'accrescimento tra cui, fondamentale, la luce. Se sono collocate in angoli bui, è meglio spostarle in modo che possano godere dei primi giorni di sole, ma fate attenzione che la luce convogliata dai vetri non le danneggi: alcune specie sono infatti particolarmente sensibili, al punto da perdere la colorazione fogliare.
Durante l'inverno sono state ridotte le fertilizzazioni e le irrigazioni: è questo il momento di riprendere a poco a poco il ritmo normale; infatti, mentre nei mesi freddi era sufficiente innaffiare le vostre piante circa una volta ogni tre giorni, ora che esse riprendono l'attività vegetativa dovete rispondere alle particolari esigenze di ognuna. Se la pianta si presenta carente d'acqua e il terreno tende ad asciugarsi velocemente, potete mettere il vaso a “bagno maria” in uno più grande riempito d'acqua in modo che l'assorbimento sia continuo. Allo stesso modo è importante aumentare la cadenza delle fertilizzazioni, che mentre durante l'inverno erano poco o per nulla necessarie, durante la primavera è opportuno siano effettuate almeno una volta al mese o anche più spesso secondo le specifiche occorrenze della pianta. State però attenti a non eccedere nelle dosi per non bruciare le radici o le foglie; se questo caso purtroppo si verificasse, fate un'abbondante innaffiatura per diluire il fertilizzante.
Un caso particolare è costituito dalle piante grasse: esse si ridestano da un periodo di completa inattività, quindi la ripresa delle innaffiature e delle fertilizzazioni deve essere graduale e le quantità sempre limitate; si inizierà inumidendo leggermente il terreno per stimolare il risveglio delle radici e si aumenterà poi progressivamente la dose.
Dovete inoltre effettuare una pulizia della pianta rimuovendo le foglie cadute e quelle parzialmente inaridite: non abbiate timore, le ferite si cicatrizzeranno in fretta. Accorciate i rami delle rampicanti, soprattutto se sono malati o secchi, e ricorrete pure alla cimatura affinché si moltiplichino i ramoscelli sottostanti per aumentare la fittezza e la rigogliosità della pianta stessa. Sostituite, se necessario, il tutore delle piante e applicatene a quelle che ne avessero bisogno; ne esistono in commercio in bambù o plastica di tutte le lunghezze e forme e ve ne sono anche tipi specifici per le rampicanti circondati di uno strato di materiali vari (muschio, paglia, ecc.). Dovrete interrare bene il tutore e legarvi stabilmente la pianta utilizzando materiale non troppo visibile.
La polvere che si deposita sulle foglie può ostruirne i pori, impedendo così la respirazione: pulite le foglie con un batuffolo di cotone imbevuto d'acqua o con i prodotti appositamente esistenti e ripetete questa operazione costantemente. Alcune specie, come la Vriesia, emettono nuovi germogli collegati alla pianta madre tramite le radici: tali individui possono essere separati e piantati in altri vasi in cui cresceranno autonomamente. Al fine di mantenere la massima quantità di terra possibile attorno alle radici è meglio estrarre i nuovi individui dopo aver tirato fuori la pianta madre dal vaso e ripiantare in seguito quest'ultima e i nuovi getti secondo la tecnica classica.
Informazioni sull'Autore
Emanuela CaposeccoEmydea - fiori, piante, composizioni floreali
Fonte: Article-Marketing.it
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